jazz club Alessandria

13 aprile 2017 – PIEMONTE JAZZ MESSENGERS

Fulvio Albano e gli ambasciatori del jazz piemontese.

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PIEMONTE JAZZ MESSENGERS

Fulvio Albano, Diego Borotti – sax
Fabio Gorlier – pianoforte
Aldo Zunino – contrabbasso
Giorgio Diaferia – batteria

La rassegna RED NOTE è frutto della collaborazione tra il Ristorante i Due Buoi, l’hotel Alli Due Buoi Rossi e Alessandria Jazz Club, già consolidata in due edizioni invernali ed una rassegna estiva. Dopo il concerto inaugurale, Red Note torna nella Sala Belle Epoque dello storico hotel di Alessandria ma, da questa stagione, con grandi novità nella formula che abbina la proposta del ristorante I Due Buoi e il concerto. Avremo, infatti, due possibilità fra cui scegliere

Cena+ concerto – euro 25 p.p. a partire dalle ore 20

Drink + concerto a 15 euro p.p. a partire dalle ore 21

Uno sconto del 10% è riservato agli iscritti di Alessandria Jazz Club, in possesso della Red Note Card (*).

Info e prenotazioni:

0131517171 – info@hotelalliduebuoirossi.com

(*) Tesseramento 2017

In occasione dei concerti sarà possibile associarsi all’Alessandria Jazz Club. Ai soci verrà regalata la Red Note Card, con la quale potranno godere dello sconto del 10% su tutti i servizi dell’Hotel Alli Due Buoi Rossi e del ristorante I Due Buoi albergo, sui concerti Red Note e sull’acquisto dei prodotti a marchio
I Due Buoi.

RED NOTE è in collaborazione con il Comune di Alessandria e con Asperia – Azienda Speciale della Camera di Commercio di Alessandria per la Promozione Economica. Con il contributo di Fondazione Social, Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e Fondazione CRT.

E’ con viva soddisfazione che pubblichiamo la locandina del nostro Ruben Bellavia, che si trova alla Berklee School di Boston per un periodo di studi. Complimentiemail Skip

001-al grey buddy tate quintet 28.4.86 Sala Faro Valenza
30  aprile 2017 :  Giornata mondiale del jazz
                          GRANDE KERMESSE  NON STOP DEDICATA AI GIOVANI  TALENTI
                          Esibizione di tre gruppi formati da giovani emergenti dell’area piemontese
                          NON STOP dalle 18,00 alle  23,00
                          ingresso libero   Centro comunale di Cultura   valenza
25 maggio 2017    ORCHESTRA DEI GIOVANI    scuola media Pascoli
                           100 studenti delle medie sul palco del TEATRO SOCIALE di v VALENZA
                           insieme al loro docente  DADO MORONI che ha portato per primo in Italia
                           l’approccio     al jazz nella scuola media
                           un concerto spettacolare con il quintetto di DADO MORONI, GIAMPAOLO CASATI,
                          RICCARDO FIORAVANTI, STEFANO BAGNOLI e ALFREDO FERRARIO.
9 giugno 2017       OMAGGIO A WES MONTGOMERY 
                                 swinging quartet
                            con  NICOLA MINGO  alla chitarra
                                   ETTORE CARUCCI  pianoforte
                                    GIORGIO ROSCIGLIONE   contrabbasso
                                   GEGE’ MUNARI   batteria
                                 Cortile di ORO & ORO   Viale Galimberti 27  VALENZA
23 giugno  2017           OMAGGIO A PAUL DESMOND
                                  Daniel HUCK   alto sax
                                   Lorenzo MINGUZZI  chitarra
                                  michel ALTIER   contrabbasso
                                  Michael SANTANASTASIO   batteria
                                       giardini del CAI   VALENZA
15 settembre 2017       “rassegna   PAROLE E MUSICA  ” 
                                    comune di San Salvatore M.to
 
                                   ALBERTO GURRISI    Hammond trio
                                    LUIGI TESSAROLLO   chitarra
                                    ENZO ZIRILLI    batteria
                                   voce narrante……
                                    VILLA LA GROPELLA  VALENZA
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Sabato 8 Aprile al Jazz club Charlie Bird di via Giobertti 1 a Torino il Consorzio PiemonteJazz ha presentato ad oltre 20 Associazioni Jazz Piemontesi il Festival Jazz diffuso: PiemonteJazz Festival. Il maestro Ugo Nespolo nesp

Sabato 8 Aprile alle ore 15 presso i locali del jazz club Charlie Bird di via Gioberti 1 a Torino si terrà l’Assemblea Generale per soci ed amici del Consorzio PJ.Questa la lettera di convocazione:

Cari Soci e amici delle Associazioni del nuovo Coordinamento Jazz per Torino e Piemonte,

Vi invitiamo a partecipare all’assemblea plenaria del jazz piemontese che si svolgerà Sabato 8 aprile 2017, a partire dalle ore 15,00, presso il Charlie Bird di Via Vincenzo Gioberti 1, Torino. L’assemblea è convocata dal Consorzio Piemonte Jazz ed è aperta a tutti gli interessati

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In tale occasione, si parlerà delle nuove proposte che riguardano il jazz in Piemonte, del ruolo del Consorzio e delle Associazioni protagoniste dell’Assemblea Jazz per Torino del 1 Febbraio.
Vi aspettiamo numerosi. Si prega di dare conferma della vostra presenza.

Cogliamo l’occasione per invitarvi la sera stessa dell’8 aprile all’anteprima del nuovo PIEMONTE JAZZ FESTIVAL, innovativo format di festival diffuso di cui saremo insieme protagonisti, in programma alle ore 21,30 presso il Jazz Club Torino a ingresso libero. Sarà nostro ospite e nostro primo testimonial uno tra i principali musicisti jazz dell’era contemporanea: DON MENZA
Cordiali saluti.
Il Direttivo del CPJ
P.S. Vi segnaliamo inoltre che Venerdì 7 aprile alle 24 andrà in onda, su Rete 7 (ch 12 del digitale terrestre), la puntata zero della nuova trasmissione televisiva “Italian Jazz Link”  curata dal Consorzio PJ e realizzata dalla società Tekla comunication.

Parlare di Ambiente e Salute durante un concerto Jazz, questo l’obiettivo della serata a cui sono stati invitati molto operatori del settore.Alcuni brevi video di supporto ai brevi spot del medico ambientalista Giorgio Diaferia, batterista del quartetto che prevede Danilo Pala alto sax,Guido Canavese pianoforte,Isabella Rizzo contrabbasso

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Alcune considerazioni sulla prossima Manifestazione “Narrazioni in Jazz” approvate dal Consiglio Direttivo di PiemonteJazzPiemonteJazz_Slider002

Consolidare l’ambiente culturale del jazz a Torino, dargli forma, spessore e credibilità, è stato un lavoro di fondo che ha richiesto decenni di impegno sul territorio. Associazioni, orchestre, spettacoli dal vivo, giovani talenti, un pubblico competente, dibattiti, pubblicazioni, jazz club, festival, didattica: Torino metropolitana ha oggi questo background che la rende ancor più una città internazionale. E’ stato un investimento a lungo termine, condiviso e oggi divenuto prezioso. Per questo motivo crediamo che Narrazioni jazz non possa che essere un progetto particolare, parte di un più ampio disegno per il jazz a Torino metropoli. Affinché non sia percepito come una retrocessione o un momento di recessione occorre una condivisone con le forze attive sul territorio, un marchio di qualità che sia espressione delle migliori iniziative e che ne valorizzi il sistema. Occorre salvaguardare, l’esistente, rispettare la storia e le competenze maturate sul campo, nonché saper valutare e promuovere iniziative, dando impulso al prezioso ambiente culturale del jazz torinese con un marchio del jazz territoriale. Un brand che sia anche espressione della condivisione tra associazioni nei rapporti con le istituzioni.

Quello che è emerso dalla riunione di martedì 10 è invece di nuovo una visione del jazz imposta dall’alto. Dall’esposizione del progetto è emerso che gli accordi erano già precedentemente siglati, presi in camera caritatis da comune e alcuni soggetti individuati arbitrariamente. Nessuna disponibilità alla trasparenza sugli elementi portanti della manifestazione e sui relativi budget. Si è avuta la netta sensazione che le decisioni fossero state prese in anticipo e, soprattutto, che fossero indiscutibili, inderogabili. Sono state messe a bando solo le briciole, per sparigliare il mondo associativo.

Mancata trasparenza sulle nomine dirigenziali, nessuna valutazione delle alternative, nessuna commissione scientifica seria che le valuti e che valuti i progetti. Titolo e modalità della manifestazione sono stati assunti d’autorità ed evidenziano la scarsa considerazione dell’amministrazione per il jazz, visto addirittura come elemento complementare, quasi d’arredo, non centrale nella vita culturale della città. Non è emersa, in altri termini,  la benché minima attenzione per la vita culturale jazzistica che si svolge durante tutto il resto dell’anno. Nessuna considerazione per chi mantiene viva quest’arte e ne sostiene, con sacrificio continuo, l’attività di base.

La musica ha la forza di essere un’arte autonoma, anche il jazz. Sostenere che debba essere affiancato da un’altra forma d’arte (narrazione) per essere presentabile è, a nostro modo di vedere,  un errore. Il jazz si affianca spesso a letteratura, enogastronomia, arte figurativa, coreutica, sport ecc. per natura,  perché è una forma musicale flessibile. Sono collaborazioni di valore, se si tiene presente però che il jazz è prima di tutto una forma d’arte autonoma, e che Torino è sede per storia e tradizione di autentico jazz.

Nel nuovo format manca una proposta strutturata per il jazz metropolitano. La proposta dovrebbe tenere conto che le varie componenti di un ambiente culturale dovrebbero essere integrate e strutturate su più livelli. Dalla formazione, alla comunicazione, all’attività artistica quotidiana, fino alle vette di un grande festival. Ogni metropoli internazionale ha il suo ambiente jazzistico, i suoi club, i suoi musicisti e il suo pubblico. E molte città hanno il loro festival jazz.

Torino è una città di jazz, lo dimostrano le associazioni, le iniziative sul territorio. E’ questo il tessuto dinamico che può dare vita e continuità a questa cultura. La pubblica amministrazione dovrebbe essere pronta ad ascoltare questo fermento e a darvi sostegno, non dovrebbe, invece, intervenire d’autorità come ha fatto nei tempi recenti.

Ecco alcuni punti di riflessione:

 

  1. Il Jazz è una forma d’arte autonoma.
  2. Il jazz è disponibile a collaborare con altre forme di musica e d’arte e di cultura in senso lato, nonché economie sinergiche, in modo complementare.
  3. Il Torino Jazz Festival era un marchio consolidato con 4 anni di avviamento
  4. Sul termine e sui contenuti del jazz la comunità culturale torinese e le sue associazioni hanno investito decine di anni in lavoro preparatorio e di background.
  5. Se il TJF è stato male gestito dall’amministrazione uscente, non ne è responsabile il jazz come comunità artistico-culturale.
  6. Il TJF avrebbe dovuto rappresentare la punta dell’iceberg di un ambiente e di un movimento culturale che ne è alla base, essendo volontariamente sostenuto e condiviso.
  7. Quasi ogni grande città internazionale ha il suo festival jazz, il suo principale jazz club, le sue istituzioni didattiche e culturali del jazz. Ci vuole un progetto più ampio e di sistema per il jazz a Torino.
  8. L’amministrazione attuale ha deciso di elidere il nome Torino dai titoli dei progetti legati al jazz: “Narrazioni Jazz”, “Jazz per la Città”.
  9. L’amministrazione attuale ha deciso che il jazz non attira pubblico (nonostante i numeri dichiarati dall’ex assessore) e che può solo presentarsi come collaterale a una manifestazione dedicata a un’arte più rilevante, il Salone del Libro.
  10. La nuova visione del jazz a Torino è nuovamente imposta dall’alto: a nulla serve dimostrare che esiste una rete di associazioni e iniziative ampiamente condivisa. La città ha imposto progetto e modalità di attuazione.
  11. Dalla condivisione di base nascono identità che non possono essere ignorate dall’ente pubblico. Esse esprimono idee, competenze, storia, patrimonio che sono la migliore somma di ciò che offre il territorio, organizzato in modo sistemico dal basso e quindi spontanea rappresentazione della volontà della comunità. Gruppi di associazioni, consorzi, comitati.
  12. A parte la perdita del valore del marchio per il jazz e per la città, perché “Narrazioni Jazz” è fuori da un bando?
  13. Perché il suo direttore artistico è stato nominato senza concorso o valutazione di alternative? Da chi e con quali competenze è stato nominato?
  14. Perché non è stata costituita prima una commissione di esperti che coadiuvasse l’amministrazione pubblica nella nomina del direttore artistico, costituita sulla base di personalità di chiara fama nel mondo del jazz torinese e profondamente conoscitori del territorio e del suo ambiente jazzistico. La commissione sarebbe già stata pronta e autorevole nella rete di associazioni che condividono lo scopo. Il Consorzio Piemonte Jazz ne è il primo esempio.
  15. Questa nomina di Stefano Zenni direttore artistico non fa che replicare e confermare la discutibilità delle modalità di nomina precedenti.
  16. Un cambiamento nell’impostazione della nomina del Direttore sarebbe stato auspicabile, visto che lo stesso progetto che ha prodotto la nascita del TJF era nato sul territorio dal suo tessuto culturale e associativo, coeso e condiviso. Zenni è stato nominato nel 2013 perché residente e attivo in Toscana, non a Torino, per non dover tenere conto delle importanti competenze che esprimeva direttamente il territorio
  17. In sostanza c’è un cambiamento di nome, da Torino Jazz Festival a Narrazioni Jazz, manifestazione non messa a bando e attribuita arbitrariamente secondo scelte dirigenziali e non trasparenti, con un budget importante, del 90% delle intere risorse, stanziate per il jazz dalla città per l’anno 2017; collateralmente viene annunciata una manifestazione più piccola con una call per le associazioni, che mette a disposizione una parte irrisoria del budget jazz per Torino 2017, con limitazioni di numero di progetti vincenti e di importo “Jazz per la Città”. A latere, con un meccanismo ancora meno trasparente, viene annunciata una notte bianca e un Fringe festival collaterale affidato direttamente e senza bando per una cifra anch’essa rilevante, a una fantomatica società MAP.  Considerata la retrocessione del jazz a evento collaterale di un altro evento e di un’altra forma d’arte, il Salone del Libro, la mancata trasparenza nelle nomine e nelle attribuzioni dei ruoli e dei budget principali, suona veramente strano ricevere una call aperta al tessuto associativo per le briciole.
  18. Ci chiediamo inoltre come sia stata composta la commissione che ha messo a punto il bando, totalmente discutibile, e come sarà composta la commissione giudicante. Zenni, il primo a venire nuovamente nominato senza valutazioni trasparenti, giudicherà le associazioni che per tutto l’anno fanno enormi sacrifici a mantenere viva l’attività jazzistica con il suo ambiente culturale. A lui viene affidato il budget principale che gestirà senza dover rendere conto a nessuno, percependo un probabile ma non dichiarato compenso. Ad affiancarlo una Fondazione per la Cultura che in campagna elettorale la Sindaca aveva promesso di chiudere. In sostanza il nuovo format annunciato dall’Assessore è totalmente nelle mani dell’apparato amministrativo, comunale e della Fondazione, anziché frutto delle competenze, delle idee e dell’impegno condiviso dalla rete di associazioni.
  19. In tutto questo il vero perdente è il Jazz, non più considerato come forma d’arte autonoma, amministrato da nominati di vecchia guardia che resistono al cambiamento da tutti auspicato, in un sistema di amministrativo dirigenziale che nuovamente si impone senza ascoltare le istanze culturali. In questo contesto la call alle associazioni suona veramente come specchietto per le allodole.
  20. Vediamo il bando ora:
  21. La prima osservazione è che i punteggi non si possono ottenere con l’esperienza e la competenza, con la storia e la qualità delle attività svolte sul territorio. E’ ovvio che negli scorsi 4 anni in cui il TJF gestito nel modo che conosciamo ha generato una miriade di nuove associazioni che si aspettano di poter partecipare alla spartizione della torta. In realtà chi ha contribuito nei decenni all’affermazione del jazz dandogli credibilità e un seguito sono state poche realtà storiche. Se nel bando non viene inserito come criterio di valutazione quello storico, della qualità e quantità della produzione negli anni vien meno uno dei presupposti per la serierà e l’affidabilità dello stesso.
  22. Attribuire 7000 € privilegiando l’aggregazione per ottenere miglior punteggio senza valorizzare con un possibile maggior sostegno le iniziative aggregate significa creare valori ancora più piccoli e spezzettati. Ci dovrebbe essere un premio al saper fare rete, non una penalizzazione.
  23. Altro criterio discutibile, privilegiare location inusuali: di norma attrezzare biblioteche o uffici postali è complicato e va a gravare sul budget (allestimenti, noleggi, backline). Per cui l’attribuzione di 7000 a pioggia senza differenza di parametri e di grandezza è penalizzante.
  24. Imporre il tema Jazz e Letteratura anche sull’off è avvilente per la musica jazz in generale.
  25. Non è prevista nessuna altra azione a favore e sostegno di chi fa musica jazz tutto l’anno mantenendo viva l’attenzione, producendo concerti per la cittadinanza, creando e sostenendo con mezzi e risorse proprie un vero e proprio ambiente culturale.Consorzio PiemonteJazz Via Principe Tommaso, 18/bis – 10125 Torino

    info@piemontejazz.it  localhost/piemontejazzwp

Dal 21 al 26 Marzo si terrà presso Palazzo Ferrero a Biella il Biella Jazz Festival, organizzato in occasione di mezzo secolo di storia ed attività del club

 

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FOLKCLUB
Via Perrone 3 bis Torino
011.537636
XXIX STAGIONE
SABATO 4 MARZO 2017, ore 21.30
SOUPSTAR DUO
GIOVANNI GUIDI E GIANLUCA PETRELLA
l’ipnotico pianoforte e il magico trombone
Ingresso: 18.00 €   Minori di 30 anni: 9.00 €Un connubio a dir poco inusuale nel mondo del jazz, è quello messo in piedi da Giovanni e Gianluca. Infatti suscita subito curiosità, a fare il resto ci pensano due dei migliori jazzisti italiani di nuova generazione – Gianluca Petrella e Giovanni Guidi – e un nome (SoupStar) che in un gioco di parole racchiude il cuore di una collaborazione ormai consolidata: una salutare capacità di mettersi in gioco costantemente, con ironia e apertura mentale, e la propensione ad esplorare, in lungo e in largo, nuove dimensioni e nuovi linguaggi. Un approccio vitale e necessario che consente al jazz, oltre che a delineare nuove strade, di vivere un fertile momento di grazia. Dopo l’uscita del primo disco del duo, dall’omonimo titolo SoupStar (2013), Gianluca e Giovanni sono reduci da un periodo che ha visto crescere la loro capacità e la loro fama (non ultimo il successo dei tour in Cile e Argentina  e in  Francia, Germania, Spagna, Canada, Turchia, Ucraina e Serbia). Cresciuti entrambi, seppur con dinamiche diverse, sotto la guida di un musicista illuminato qual è Enrico Rava, i due musicisti sono riusciti a trovare un ottimo equilibrio tra la libertà di sperimentare molteplici linguaggi e il forte approccio all’improvvisazione: Soupstar è un duo dinamico, quindi, in perfetta sintonia – artistica e umana – ricco di idee e di sfumature.

A questo link il comunicato stampa completo e qualche bella immagine!
https://drive.google.com/drive/folders/0B54KXp9FXWP_UXB6NHYyaG95ejQ?usp=sharing